Piccolo Tibet...
... il grande viaggio (racconto di Micaela)
La partenza
... dalla Malpensa a Delhi via Mosca, e subito in treno a Shimla
Intro...
... by Fabio Baba
E' stata sicuramente una fatalità quella che ci ha
portato a visitare il Kinnaur e lo Spiti, terre tra le più
remote dell'India...
Una serie di circostanze assolutamente fortuite ha fatto sì
che il viaggio in Mongolia, programmato sin da Marzo 2007,
perentoriamente saltasse a 2 settimane dalla partenza ed il volo appena
prenotato con Aeroflot fosse ovviamente annullato. Il caso ha voluto
che sul sito della stessa compagnia, tra la tante destinazioni
possibili, trovassi un volo per l'India ad un prezzo quasi
incredibile... E perchè no? L'india... Ad agosto non
è proprio il periodo migliore, anzi sicuramente il peggiore
per via delle piogge monsoniche, ma l'India è sempre
un'esperienza.
Così senza una meta prefissata prenoto il volo per Delhi, e
poi si vedrà... Solo idee vaghe, prima Rajastan ma subito
abortita per eccessivo turismo di massa, poi Ladakh via terra, terribile ma allettante. Quindi
atterriamo a Delhi in piena notte e scappiamo alla stazione dei treni,
affollata anche alle 4 di mattina... In treno raggiungiamo Shimla, base
di partenza per il Ladakh, ma... (altra circostanza fortuita)
incontriamo una coppia di svizzeri italiani ed una guida locale, Negi,
noleggiamo una jeep tutti insieme e partiamo per destinazioni che
nemmeno ci sognavamo qualche giorno prima, il Kinnaur e lo Spiti...
7 agosto 2007
Si parte?
Malpensa... Dopo un interminabile viaggio in auto sempre in terza,
tentiamo la partenza intelligente h 23.30. Controllo passaporti con
sorpresa... Credevo che non ci volesse più la marca (idem
Fabio)
ed entrambi non ce l’abbiamo. Ci fanno un po’ di
storie ma
alla fine ci lasciano passare. Suono al metal detector... Mi fanno
togliere gli scarponcini perché ho l’aria di una
terrorista fumatrice incallita che nasconde un accendino nelle scarpe.
Ma alla fine mi ritrovo seduta sull’airbus sovietico. Non mi sembra vero. Dopo tanti tentativi
passati
questo per me è il primo viaggio "serio" fuori Europa!
8 agosto 2007
Si vola su Mosca...Atterriamo
a Mosca alle
5.30 locali. Passiamo le 12 ore che ci
separano dall’imbarco per Delhi tra il “tour piano
di
sopra” - matriosche, ristorante simil indiano, bar non
accessibili
per via dei prezzi da urlo tipo caffè 6€, zona
pisolo con
cerata stesa per terra in un angolo - e il “tour piano di
sotto” - 4 sedie in croce occupate, zona fumatori ma non ho
il famoso accendino nelle scarpe per cui per farmi una cicca devo
aspettare che qualche bestione sovietico (uomini e donne sono tutti
grandi, grossi, dall’occhio vitreo e cattivo) decida di
fumare,
bagni vari, 3 duty free ed un'incalcolabile quantità di profumi e creme. Partenza
da
Mosca ore 17.30 sul rinomato gioiello di tecnica della flotta russa:
l’Ilyushin 96-300, non altro che un semi
residuato
bellico con scritte in cirillico tipo Niva. Su entrambi i voli ci
servono vari succhi e un simil pasto "beef or fish?" un po’
plasticoso ma mangiabile. Incontriamo due coppie di milanesi diretti
in Rajastan e scopriamo di essere gli unici ad aver usufruito della
super tariffa dell’Aeroflot (quasi la metà degli altri).
9 agosto 2007
... e si arriva a Delhi, ma si riparte subito per Shimla
Arrivo a Delhi alle 00.30 ora locale (+3.30 dall’Italia). La nostra idea era di
fermarci un paio d’ore all’aeroporto prima di
andare diretti alla
stazione di Delhi e proseguire per Shimla, ma dopo 6 ore e mezza di volo
+ attesa bagagli io necessito di nicotina e nell’aeroporto
non si
può fumare. Già abbastanza provati dal viaggio
decidiamo
di cambiare 500€ e di uscire. Il cambio dell'aereoporto è tra i più vantaggiosi ma il tenero "vecchietto" del cambio
fa
blocchetti di rupie a caso e prova a darcene 2150 in meno (circa
40€). Per fortuna controlliamo e ce le consegna subito
(le aveva
pronte e giuste: ci ha provato senza successo come consuetudine). Fuori, alle 2 di notte, è un
brulichio di gente di ogni tipo, taxisti in cerca di clienti,
portabagagli, umanità varia che dorme sdraiata per terra,
una
camionetta della polizia che vigila che i turisti non vengano
importunati più del dovuto e una cappa da piscina che ti si
incolla addosso insieme a qualche rara zanzara che cerchiamo di tenere
lontano con i 3 kg di Autan che ci siamo spruzzati ancora
sull’aereo per la gioia dei vicini.
Fabio chiede lumi ai
poliziotti sugli autobus per la stazione ferroviaria e ci appostiamo sul
marciapiede accanto al posto di controllo dei taxi prepagati (noi
abbiamo optato per il folkloristico bus pubblico, ma è comunque
auspicabile scegliere il prepaid-taxi piuttosto che cercarsi un
qualsiasi improvvisato taxista).
Il bus dovrebbe
arrivare alle 2.45 e nell’attesa conosciamo due ragazze
spagnole
dirette come noi a Shimla e un giapponese silenzioso che và ad Agra
anche lui in treno. Quando arriva il bus siamo tutti un po’
attoniti: altro che residuato bellico... una sorta di carro bestiame
senza porte e con una sola flebile luce verso il centro. Costo 50rps a testa. Traffico tipo tangenziale Milano ora di
punta con l’autista attaccato al clacson a
velocità
sostenuta. Scendiamo nei pressi della stazione per quello che è, dopo
il
viaggio in autobus, il primo impatto con l’India che Fabio definisce
“vera”... Sporcizia ovunque, cani randagi, topi di
dimensioni notevoli che si rincorrono in mezzo a gente di ogni tipo
sdraiata per terra ovunque, bambini, vecchi, tutti accalcati nel fango
e nella polvere modello campo di concentramento, un odore acre
nell’aria.
Fabio e il giapponese avevano fatto i biglietti da casa comodamente
seduti al pc (ottimo il servizio online dell'IRCTC) mentre le spagnole non avendo il biglietto si aggiravano, in pantaloncini corti (abbigliamento inopportuno, possibilmente da evitare), alle 4 di notte in quel girone dantesco. Arriviamo all’entrata principale della stazione e la scena è la
stessa...
Una distesa di corpi ovunque ammassati, un rozzo metal detector che
suona in continuazione senza che nessuno controlli e delle specie di
guardie in divisa armate di manganelli di canna che ad intervalli
regolari fischiano e picchiano i dormienti perché sgomberino
i
pavimenti maleodoranti.
Treno per Kalka al Binario 10... Sulla banchina conosciamo 2 romani che vanno a
ricongiungersi con un’amica già in India da due
settimane
a girare un documentario per la RAI. Nasce il sole e tutto incomincia
ad apparire più umano e meno tetro. Partiamo puntualissimi alle
6.10... Stanchi morti non facciamo a tempo a sederci che già
entriamo in letargo (parla per te!). Il treno ha i vetri scuri e l’aria
condizionata (santa) a palla... E' una classe AC-Chair (qui avete un breve ma fondamentale resoconto delle classi disponibili suglli ottimi treni indiani). Dormo come un sasso quando passano ad
offrire cibo e il classico chai (thè speziato con latte).
Stazione
di
Kalka, ore 11.30...
Cambiamo binario per prendere il cosiddetto "toy-train", l'Himalayan
Queen, una trappola che si arrampica ad una media di 20 km/h per i 93 km di salita
che ci
separano dai 2200 m slm di Shimla (partenza 12.10, 5h di viaggio).
Alla stazione i ragazzini ci guardano incuriositi, passano
più
volte davanti a noi e sorridono. I più piccoli, sporchi e
senza
denti, chiedono monete, le mucche pascolano sui binari e il treno
sembra quello dei piccoli nel lunapark: 5 mini vagoni senza posto dove
mettere i bagagli e un'improbabile locomotiva rossa che pare ne abbia già viste di tutti i colori.
I nostri posti sul vagoncino sono contrassegnati da un foglio
sgualcito appeso all’esterno, che
dice
n°29 e n°30: Micaela e Fabio.
Viaggio lungo con
varie soste nel nulla (una piccola casa fa da stazione ma non
c’è ombra di paesi). Ogni tanto dalla vegetazione sbuca un bambino che saluta, un portatore di banane o
una mucca. Ci si ferma ad intervalli regolari e si scende per
sgranchirsi, dare uno sguardo a qualche bancarella di frittelle di
verdura e immortalare gli indiani che ci tengono (tanto) ad una foto con
Fabio. Comincia a piovere di brutto quando finalmente arriviamo a
Shimla alle 17 e ci facciamo convincere da un locale a seguirlo nel suo
Hotel “clean rooms, very cheap, half price”. Ci ispira fiducia (e questo è importante in India!) e lo seguiamo a dispetto di tutto ciò che sta scritto sulla Lonely Planet (mai prendere alla lettera le guide!). Taxi,
ascensore a pagamento per salire (la città è
addossata su
un ripido crinale) fino alla via bella: “the mall”. Camminata sotto il diluvio ed eccoci all’hotel City View
insieme
ad una coppia di simpatici svizzeri di origine italiana, Irene e Tony,
che sono all'inizio della loro avventura di un anno in giro per il mondo (questo è il loro blog) e che saranno nostri compagni di viaggio per dieci
giorni. Prendiamo una bella stanza per 400rps, andiamo a mangiare tutti
insieme all’Himani’s (cibo abbondante ma qualità non eccepibile), ristorante
segnalato
dalla guida su the mall, e poi finalmente dopo giorni di attesa ci
stendiamo su un LETTO! Dopo un viaggio durato 72 ore!!!
Diario di viaggio
- La partenza...
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